Il filo conduttore di questo libro è la “leggerezza” della vita, quando anche la solitudine ci è cara; e come ritrovarle, sotto la faticosa “finzione” della quotidiana ordinarietà. Questo filo di Arianna porterà il lettore a scoprire una possibile origine del malessere così evidente nell’uomo moderno.
La finzione, sempre più necessaria per sopravvivere in un mondo così complicato, finisce per occultare l’essenza della vita, che è un intimissimo piacere di esserci: “leggerezza”, appunto.
L’uomo moderno, ogni giorno di più, ci convince delle sue ambigue origini di demone-scimmia, una mutazione, raccontata nel mito nepalese, che lo ha fatto dominatore della Terra e distruttore di quasi tutte le grandi specie.
I magistrali insegnamenti del Maestro Lobsang Sanghye ci porteranno dentro la storia, con i suoi miti, le scienze, i santi, i grandi laici, alla scoperta dei segreti della straordinaria mente di quest’ultimo Sapiens dall’incerto destino.
Questi insegnamenti sembrano venire direttamente da un “libro parlante”; gli studenti non hanno fatto altro che riportare in scrittura le parole registrate del Maestro.
Un cammino interiore è sempre complicato, perché ci riguarda da vicino, anzi è un unicum. Eppure, viviamo come estranei a noi stessi e divisi; ci sfugge cosa sia la vita e cosa sia la sua perdita. Serve una buona motivazione ed una guida sincera, per ritrovare la “giusta leggerezza”: una salutare normalità, senza perderci in inutili compiacimenti o tristezze.
Il libro è suddiviso in diciannove capitoli, che rappresentano altrettante riflessioni. Ogni capitolo è una perla di saggezza, tutta da scoprire o da riscoprire. Ad ogni lettura e ad ogni rilettura, il lettore troverà qualche aspetto nuovo che