Il Centro Namasan ha dato il via agli incontri di meditazione online: tutti i giorni sul nostro Gruppo Telegram a partire dalle 21:00, con una durata di 30 minuti
Chiunque può partecipare, non serve una preparazione specifica ma solo un’intenzione: migliorare il proprio benessere.
Per info scrivere a nagarjuna.maitrisangha@gmail.com
Meditazione sul respiro: il significato
attraverso questa disciplina, impariamo a ricondurre in una condizione di attenzione e focalizzazione la nostra mente, continuamente frammentata dal lavorio abituale dei sensi. Ciò inficia la freschezza e la spontaneità della nostra percezione e della nostra coscienza, da sempre condizionate dalle esperienze passate e dalle abitudini emotive. Infatti, proiettando abitualmente sugli oggetti delle nostre esperienze giudizi e aspettative derivati dal nostro vissuto, diveniamo soggetti a una reattività emotiva inconsapevole e, quindi, alla riproposizione meccanica di comportamenti, abitudini, visioni scorrette.
Grazie all’attenzione e alla curiosità sviluppate attraverso la meditazione, impariamo a vivere senza proiettare necessariamente su ogni cosa interpretazioni e pregiudizi, generati dal vissuto inconsapevole delle nostre esperienze passate. In questo modo, ogni momento, ogni incontro, si presentano come nuovi, nulla viene più dato per scontato, e ogni cosa trova finalmente lo spazio per mostrarsi per ciò che realmente è, al di là di paure, speranze, attaccamenti e avversioni.
Fare attenzione, concentrarsi su un punto attraverso l’attenzione sul respiro, consente alla mente di non frammentarsi, di rimanere centrata anche di fronte ad un momento difficile, conflittuale, senza essere trascinata via dalla reattività emotiva. Si diventa degli osservatori non coinvolti, non più forzatamente immedesimati con i nostri fattori emotivi. Per esempio, riuscendo ad osservare, a riconoscere il sorgere della collera in quanto mero stato emotivo, non saremo più semplicemente immedesimati con l’afflizione e la sua reattività violenta. Sperimenteremo, invece, uno spazio mentale in cui l’oggetto della nostra collera apparirà per come realmente è, al di là delle nostre paure o delle nostre avversioni, e la soluzione più adeguata, la risposta più sensata a quanto richiesto dall’esperienza, giungerà spontanea e non più in base a reattività abituali inconsapevoli.
In definitiva, attraverso la prassi della meditazione, sviluppiamo una lente di ingrandimento sulla natura delle nostre afflizioni, dando luogo a uno spazio tra la nostra coscienza e lo stato emotivo, acquisendo il potere di non perpetuare e lasciare la guida della nostra vita a meccanismi fisici e psicologici reattivi abituali.
Un aiuto alla meditazione
il come
Occorre portare l’attenzione all’altezza delle narici e inspirando avvertiamo la presenza dell’aria che entra, potrebbe manifestarsi una sensazione di freschezza mentre espirando si può avvertire il flusso dell’aria che fuoriesce magari attraverso un’esperienza di calore.
In questa fase non dobbiamo modificare nulla, non dobbiamo manipolare alcunché o creare volontariamente delle immagini ma rimanere semplici osservatori del movimento dell’aria che viene e che va all’altezza delle narici sintonizzandoci con la sensazione.
Nel caso l’attività discorsiva della mente sia molto presente, inspirando mentalmente ripetere: consapevole; espirando: lascio andare.
alcuni contrattempi
essere coinvolti in un pensiero, in un emozione o in un desiderio senza esser capaci di lasciarli andare, e perdendo così l’attenzione iniziale focalizzata sulle narici. Ad esempio c’è la rabbia ed io divento la rabbia….c’è quella pulsione, quell’emozione ed io divento tutt’uno con queste cose
c’è una svolta…..il testimone non coinvolto e….l’amorevole gentilezza
il primo accade semplicemente nel momento in cui non intervengono giudizi, pregiudizi e/o interpretazioni, limitandoci alla constatazione di quello che si sta manifestando: il testimone non è più coinvolto nell’esperienza. Così con gentilezza riportiamo l’attenzione sul respiro.
Questo momento condiviso può diventare un aiuto importante alla pratica, una sorta di nettare di continua consapevolezza e di presenza. Ci si sostiene, anche nel silenzio, e ci fa sentire meno soli nel nostro percorso intrapreso e nei tanti impegni quotidiani. Il Sangha si auto sperimenta al di là dell’insegnante, del Maestro o del Lama.
I tre momenti del respiro: su inspirazione ed espirazione
il momento in cui il respiro sembra iniziare la sua durata
il momento della durata dell’inspirazione o espirazione
il momento in cui sembra cessare
Se ci abituiamo a essere presenti in queste tre fasi, potremo individuarle anche nell’esperienza della mente: che ci si trovi di fronte al sorgere di una sensazione o all’imporsi di una fissazione. Facendo proprio attenzione a questi momenti in cui queste esperienze cominciano a manifestarsi noi possiamo disimmedesimarci da esse, osservarle e quindi divenirne indipendenti.
Superare un fastidio, dolore nel corpo
se vediamo che questo dolore tende a portare via la nostra attenzione, faremo una cosa molto semplice: porteremo l’attenzione sul punto esatto del corpo dove sembra che il dolore si stia manifestando e andiamo a cercare il punto esatto del dolore.
Questa è una delle tecniche che, in maniera molto più potente, gli yogin utilizzano per eliminare dolori e sofferenze durante i grandi ritiri, durante le pratiche contemplative.
Infatti se noi cerchiamo il punto esatto nel corpo dove un dolore sembra manifestarsi, non troveremo nessuna entità che possiamo definire questo è il dolore e troveremo semplicemente una serie di vibrazioni. Cercandolo in un punto esatto e non trovandolo di fatto noi togliamo attenzione all’idea del dolore quindi potrebbe anche darsi che portando l’attenzione alla ricerca del dolore in un punto del corpo, il dolore svanisca addirittura, a meno che non sia un dolore, come dire, un po’ eccessivo allora in quel caso va da sé che diventa complicato questo riconoscimento.