Meditazione sul corpo e sul respiro

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B) La mattina di ogni Martedì e Venerdì dalle 07:00 alle 7:30 sempre con diretta sul Gruppo Telegram

meditazione condivisa

Meditazione sul respiro: il significato

attraverso questa disciplina, impariamo a ricondurre in una condizione di attenzione e focalizzazione la nostra mente, continuamente frammentata dal lavorio abituale dei sensi. Ciò inficia la freschezza e la spontaneità della nostra percezione e della nostra coscienza, da sempre condizionate dalle esperienze passate e dalle abitudini emotive. Infatti, proiettando abitualmente sugli oggetti delle nostre esperienze giudizi e aspettative derivati dal nostro vissuto, diveniamo soggetti a una reattività emotiva inconsapevole e, quindi, alla riproposizione meccanica di comportamenti, abitudini, visioni scorrette. Grazie all’attenzione e alla curiosità sviluppate attraverso la meditazione, impariamo a vivere senza proiettare necessariamente su ogni cosa interpretazioni e pregiudizi, generati dal vissuto inconsapevole delle nostre esperienze passate. In questo modo, ogni momento, ogni incontro, si presentano come nuovi, nulla viene più dato per scontato, e ogni cosa trova finalmente lo spazio per mostrarsi per ciò che realmente è, al di là di paure, speranze, attaccamenti e avversioni.
In definitiva, attraverso la prassi della meditazione, sviluppiamo una lente di ingrandimento sulla natura delle nostre afflizioni, dando luogo a uno spazio tra la nostra coscienza e lo stato emotivo, acquisendo il potere di non perpetuare e lasciare la guida della nostra vita a meccanismi fisici e psicologici reattivi abituali.

Occorre portare l’attenzione all’altezza delle narici e inspirando avvertiamo la presenza dell’aria che entra, potrebbe manifestarsi una sensazione di freschezza mentre espirando si può avvertire il flusso dell’aria che fuoriesce magari attraverso un’esperienza di calore.
In questa fase non dobbiamo modificare nulla, non dobbiamo manipolare alcunché o creare volontariamente delle immagini ma rimanere semplici osservatori del movimento dell’aria che viene e che va all’altezza delle narici sintonizzandoci con la sensazione.
Nel caso l’attività discorsiva della mente sia molto presente, inspirando mentalmente ripetere: consapevole; espirando: lascio andare.

essere coinvolti in un pensiero, in un emozione o in un desiderio senza esser capaci di lasciarli andare, e perdendo così l’attenzione iniziale focalizzata sulle narici. Ad esempio c’è la rabbia ed io divento la rabbia….c’è quella pulsione, quell’emozione ed io divento tutt’uno con queste cose

il testimone non coinvolto e….l’amorevole gentilezza.
il primo accade semplicemente nel momento in cui non intervengono giudizi, pregiudizi e/o interpretazioni, limitandoci alla constatazione di quello che si sta manifestando: il testimone non è più coinvolto nell’esperienza. Così con gentilezza riportiamo l’attenzione sul respiro.

il momento in cui il respiro sembra iniziare la sua durata
il momento della durata dell’inspirazione o espirazione
il momento in cui sembra cessare 

Se ci abituiamo a essere presenti in queste tre fasi, potremo individuarle anche nell’esperienza della mente: che ci si trovi di fronte al sorgere di una sensazione o all’imporsi di una fissazione. Facendo proprio attenzione a questi momenti in cui queste esperienze cominciano a manifestarsi noi possiamo disimmedesimarci da esse, osservarle e quindi divenirne indipendenti.

se vediamo che questo dolore tende a portare via la nostra attenzione, faremo una cosa molto semplice: porteremo l’attenzione sul punto esatto del corpo dove sembra che il dolore si stia manifestando e andiamo a cercare il punto esatto del dolore.
Questa è una delle tecniche che, in maniera molto più potente, gli yogin utilizzano per eliminare dolori e sofferenze durante i grandi ritiri, durante le pratiche contemplative.
Infatti se noi cerchiamo il punto esatto nel corpo dove un dolore sembra manifestarsi, non troveremo nessuna entità che possiamo definire questo è il dolore e troveremo semplicemente una serie di vibrazioni. Cercandolo in un punto esatto e non trovandolo di fatto noi togliamo attenzione all’idea del dolore quindi potrebbe anche darsi che portando l’attenzione alla ricerca del dolore in un punto del corpo, il dolore svanisca addirittura, a meno che non sia un dolore, come dire, un po’ eccessivo allora in quel caso va da sé che diventa complicato questo riconoscimento.